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05/03/16

Nel bdsm, vedo spesso parlare di “disciplina inglese” come una cosa al tempo a sé stante, beh, per esperienza diretta, la disciplina inglese, veniva ed è contemplata all’interno del rapporto DS, non come cosa a se. Questo perché, la disciplina anglosassone, è la guida di un “dominante” nei confronti di un “sottomesso” consensuale, è un rapporto di fiducia reciproco, dove, più che gli atti fisici che portano al piacere (sadomasochismo), gli atti fisici all’interno di un rapporto ds disciplinare, vertono sull’essere un mezzo di correzione e insegnamento (proprio ricordando il concetto dei college anglosassoni, dove atti fisici erano normalmente legati al concetto di disciplina, esulando dal rapporto sessuale).
Il termine anglosassone per definire il rapporto D/s è Power Exchange, che è generalmente tradotto in italiano con “Scambio di potere”, riferendosi, normalmente, alla cessione del potere da parte del sottomesso e all’assunzione di questo potere da parte del dominante. Power significa anche forza, energia. Scambio di potere significa anche scambio di energia, emotiva, sensuale e psichica.

Disciplina.
Significa educare qualcuno a sottostare a regole specifiche dettate da qualcun altro, tramite punizioni per i comportamenti sbagliati ed eventualmente premi per quelli corretti.
La disciplina è una pratica a metà fra D/s e S/m, perché attraverso le punizioni spesso si unisce un lato sadomasochistico a quello di dominazione e sottomissione. Infatti, in un rapporto D/s, “se lo slave sbaglia, è necessario punirlo per correggerlo e così dargli modo di migliorarsi, almeno agli occhi del Master”.


Con il termine D/s si delimita più l'aspetto emotivo, affettivo e cerebrale all'interno del bdsm e tutte le pratiche sessuali che esulano dal puro e semplice contatto sessuale (che può esserci come no) e da pratiche più cruente racchiuse nel s/m, una relazione bdsm c’è un incontro reciproco di desideri, di fantasie, di volontà. In genere la sub sa perfettamente cosa vuole. L'eccitazione viene dal controllo e dall'autorità che il "Dom" detiene sul sub. Entrambi sono in ogni caso consapevoli e consenzienti nell'accordare questo potere alla parte Top o attiva, tutto si basa sulla fiducia reciprocamente riconosciuta. Come in altre attività legate al BDSM, questa condizione può essere limitata a uno o più incontri o può essere uno stile di vita.

La disciplina si fonda su un sistema di regole fisse poste dal Dom al sub, che s’impegna a rispettarle. Quando ne infrange una, il Dom lo punisce, in modo da, a lungo termine, modificarne il comportamento nella direzione desiderata. È la stessa cosa che si fa con i bambini, semplicemente qui la persona da “educare” è un adulto consenziente. Le regole sono scelte dal Dom per il benessere del sub e del suo rapporto con se stesso e con gli altri, in particolare del Dom stesso. Questo vale principalmente per i rapporti fissi e duraturi, ma non è raro trovare uno slave istruito da un Master che non è il suo su commissione.
Nel BDSM la disciplina non è usata solo in questo senso, bensì anche come pretesto durante un gioco erotico.
In cosa consiste una punizione?
In inglese è Corporal Punishment e abbreviato con sigla C.P.
Le punizioni possono essere di due tipi: fisiche o psicologiche.
Quelle psicologiche consistono, ad esempio, nel rendere pubblico l’errore del sub, nel mostrarlo o raccontarlo ad altri, cosa che non ha assolutamente un riscontro fisico sul sub.
Quelle fisiche, invece, possono essere di due tipi: dolorose o umilianti.
In una situazione BDSM le punizioni corporali che implicano dolore possono essere molto varie, dalla semplice sculacciata a una più raffinata serie di frustate o bastonate alle palme dei piedi.
L’umiliazione fisica, invece, può consistere nel far leccare i piedi o subire un clistere, magari con un limite di tempo prima di poter andare in bagno, per aumentare la pressione psicologica della punizione, La perdita di libertà, ad esempio legando o imprigionando il sub per un certo periodo, o di privilegi, come il negare l’orgasmo per diverso tempo.


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