un posto in cui esprimere desiderio, amore, appartenenza, un semplice luogo in cui scrivere pensieri personali e trovati nel web, cercando di descrivere un mondo da me amato, in modo chiaro e comprensibile, senza alcuna pretesa di esser un vangelo, senza pretendere di conoscere tutte le verità, senza pretese di conoscenze superiori.


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05/03/16

come nasce il sado/masochismo

Il primo a prendere in considerazione le due devianze come qualcosa che poteva dare vari tipi di piacere a seconda di chi le praticava, fu Haverlock Ellis che, innanzitutto restrinse i due concetti sotto l'unica definizione di algolagnia, definendoli "godimento di sensazioni dolorose", recepite e inflitte come "atti d'amore".
Un ulteriore passo avanti fu fatto dall'antropologo Paul Gebhard che localizzò le origini dei due fenomeni sia in tutte le relazioni di dominanza e sottomissione attuate nella società, sia nell'aggressività che, comunque è presente in ognuno di noi.
Fu lui a denominare in un unico termine le due parole, da qui sadomasochismo.
Oggi come oggi sarebbe meglio cercare di spiegare il sadomasochismo,comprendente determinate caratteristiche: rapporti di dominio/sottomissione, dolore che porti godimento, fantasia, giochi di ruolo, umiliazioni e mortificazioni consapevoli, feticismo.
Sadismo
Termine coniato nei primi anni del '900, insieme a "masochismo", dallo psicologo Richard von Krafft-Ebing, sotto la categoria di "anomalie sessuali distinte ma correlate tra loro", infatti nel suo trattato del 1885, "Psychopathia Sexualis", lo definiva così -"l'esperienza di sensazioni sessuali piacevoli, orgasmo compreso, prodotta da atti di crudeltà, punizioni corporali inflitte sulla propria persona o in presenza di altri, sia animali o persone....
può consistere anche in un innato desiderio di umiliare, di fare male, ferire o persino distruggere gli altri, per lo scopo di ottenere il proprio godimento sessuale"-.
Lo stesso psicologo però, decretò che in molte coppie era difficile distinguere la normale sessualità da queste pratiche, visto che molti le praticavano giudicandole normali giochi di coppia.

Il Marchese de Sade.
Letteralmente il termine trae origine dalla letteratura e deriva da Donatien Alphonse Francois de Sade, scrittore francese e rivoluzionario del 1700, passato alla storia tra ingiuria e mitizzazione grazie ai suoi romanzi al limite della pornografia, nei quali non mancano raffigurazioni di estrema crudeltà sessuale. C'è chi l'ha definito pornografo e sordido mostro e chi "padre dell'erotismo" (parole di Baudelaire).
Nato a Parigi nel 1740, studi severissimi presso religiosi, sin da giovane la sua vita sarà attraversata dagli azzardi, dalle riflessioni intellettuali, da esperienze erotiche brutali condite da fughe rocambolesche e prigionia.
La reclusione in carcere, in un'altalena di fuori e dentro rappresenterà i due terzi della sua vita, ma sarà il pretesto per la produzione di tutte le sue opere e della teorizzazione di una nuova filosofia che accettava come naturali tutte le devianze criminali e sessuali, considerandole parte intrinseca dell'attività umana.

Masochismo
questo termine deve la sua origine a von Krafft-Ebing e si riferisce a quelle persone che -"sono controllate dall'idea di essere completamente e incondizionatamente soggetti alla volontà di una persona del sesso opposto, una persona che le tratti da padrone, umiliandoli e abusando di loro.

Un'idea colorata da sentimenti di lussuria; il masochista vive una fantasia nella quale crea situazioni di questo genere e spesso tenta di realizzarle"-.

Storicamente anche questa parola ha un origine letteraria, deriva infatti dalle opere di Leopold von Sacher-Masoch.
Nato a Lemborg nel 1836, scrittore apprezzato, giornalista e critico, nei suoi romanzi appaiono i primi cenni ad omosessualità e travestitismo.
Nelle sue due opere più famose, "Venere in pelliccia" e "Donna divorziata" i temi centrali sono la donna sempre crudele e l'iniziazione pedagogica masochista, tra flagellazioni varie fino al supplizio sulla croce e all'antropofagia, senza però mai parlare di rapporti sessuali nudi e crudi.
Tenendo come buona la terminologia di Krafft-Ebing, Freud teorizzò però che i due fenomeni fossero molto più strettamente correlati -"Colui che prova piacere causando dolore agli altri ha anche la capacità di provare il dolore entro relazioni sessuali come se si trattasse di piacere.
Un sadista è simultaneamente anche un masochista, anche se la parte attiva o passiva della perversione può essere più o meno sviluppata dell'altra
RAPPORTI A PIU DI DUE

spesso si parla in ambito bdsm, al fatto di poter avere o no piu sub, intanto vorrei sottolineare che vi sono molti sistemi relazionali per cui questo possa avvenire:
( ovviamente tutto questo è un mio pensiero personale)
1- il classico "sorelline/fratellini" che teoricamente dovrebbe sottintendere due o piu slave (solitamente due) a pari livello di importanza (difficilmente realizzabile se il rapporto è anche affettivo se non sono concordi e condividono anche tra di loro affetto).(poliginia o poliandria)
2- due o piu sub di cui uno/a possa essere il proncipale e gli/le altri/e occasionali.
3- due o piu sub con cui si ha una relazione anche poliamorosa, per cui tutti i membri liberi di avere relazioni con altre persone, cose difficile quando non si è switch, per il semplice spiccato senso di possesso di dominanti, uomini o donne che siano.
spesso chi riveste il ruolo di sub, comunque mette come limite la monogamia, cosa di base un po oltre gli schemi, perche cede il potere decisionale.

di seguito le definizioni letterali linguistiche:
monogamia Unione matrimoniale di un solo uomo con una sola donna (in contrapposizione a bigamia, poligamia).
In antropologia, per m. s’intende un’unione ufficialmente o socialmente riconosciuta, anche nel caso vi siano più donne (amanti, concubine ecc.) non riconosciute come mogli.

poligamia : poliginia e poliandria
antropologia

Forma di matrimonio per la quale un uomo o una donna possono avere più consorti contemporaneamente. La p. ha due aspetti: la poliginia forma matrimoniale che prevede l’unione di un uomo con più donne. Presente in numerose culture, la poliginia sembra essere correlata a sistemi sociopolitici nei quali il controllo delle risorse umane è basilare per la gestione di potere e ricchezza. La possibilità di avere più mogli, riservata spesso a persone mature (o addirittura ai soli capi, come, per es., in molte società amazzoniche o della Nuova Guinea), è considerata un sistema per controllare sia i meccanismi riproduttivi, sia quelli produttivi. Infatti, in questo modo, i giovani hanno difficoltà ad accedere a mogli della loro età e vengono quindi a dipendere, per il conseguimento di un’autonomia sessuale e sociale, dagli anziani. La poliginia, che viene definita sororale se le mogli sono tra loro sorelle, mette un uomo in condizione di disporre delle forze lavorative di più donne e di più figli, consentendogli così un accumulo di prodotti agricoli e di ricchezze, estremamente importante dal punto di vista economico e politico. Inoltre la poliginia rende possibile, attraverso i legami parentali, il controllo di una serie molto ampia di relazioni, e questo permette l’uso strategico di reti di potere più vaste di quelle a disposizione di individui non poliginici. La presenza all’interno di una stessa unità domestica di diversi focolari per le diverse mogli di un uomo (come, per es., in tutta l’Africa orientale) incide infine sui processi di fissione del linguaggio e di trasmissione della proprietà, determinando un miglior funzionamento dei sistemi basati sui gruppi di discendenza.

Il secondo aspetto della p. è la poliandria ossia la relazione matrimoniale tra una donna e più di un uomo. Essa rappresenta un fenomeno molto raro, soprattutto se confrontato con l’assai più frequente e opposta poliginia. Spesso la poliandria è caratterizzata dal fatto che i mariti sono tutti fratelli. Tale tipo di poliandria, detto poliandria fraterna o adelfica, è di uso comune e legittimo fra i Tibetani, in taluni distretti dell’Hi¬malaya, fra i Toda dell’India meridionale, ed esistette a Ceylon (Sri Lanka) fino alla proibizione britannica (1860). Nella poliandria fraterna gli eventuali figli della donna, la quale è generalmente di elevato grado sociale, sono tutti attribuiti al fratello maggiore; gli altri fratelli sono sempre soltanto zii per i figli. La poliandria è stata spesso interpretata alla luce di una connessione tra organizzazione economica, condizioni ambientali e pressione demografica; in area himalayana, per es, la poliandria è accompagnata alla scarsità di terre disponibili e a uno squilibrio demografico a sfavore delle donne.

Per poliamore si intende la pratica, o la possibilità, di intrattenere più relazioni intime contemporaneamente, con la consapevolezza e il consenso di tutte le persone coinvolte.

Al poliamorismo ci si riferisce spesso anche con le espressioni nonmonogamia consensuale, nonmonogamia etica, nonmonogamia responsabile. Sotto il termine poliamore possono ricadere svariate forme di relazione aperta; un’esigenza fondamentale dell’orientamento espresso dal concetto di poliamore è comunque quella etica, intesa come impegno alla trasparenza e all’onestà.

La concezione poliamorosa delle relazioni rifiuta l’assunto che l’esclusività sessuale e/o relazionale sia condizione indispensabile per relazioni affettive profonde, impegnate e a lungo termine.

Il sesso non riveste necessariamente un ruolo centrale nella concezione poliamorosa delle relazioni, ma è piuttosto considerato, tipicamente, come uno dei diversi aspetti che possono costituire un terreno comune in una relazione.

La cifra caratteristica delle relazioni poliamorose è definita soprattutto dal consenso di tutti i partner coinvolti. Ciò implica l’esigenza di una comunicazione aperta e onesta e il rispetto dei sentimenti e dei bisogni di ognuno, in aperto contrasto rispetto a forme di relazione nonmonogamiche ampiamente diffuse, quali quelle che ricadono sotto l’espressione ‘relazioni clandestine’.
Le forme che le relazioni poliamorose assumono nella realtà concreta sono molto varie, a seconda delle preferenze e dei bisogni delle persone coinvolte. I valori fondanti del poliamore comportano spesso un approccio flessibile alle relazioni, oltre a richiedere una serie di abilità in termini di comunicazione, di negoziazione di regole e limiti, di gestione dell’emotività (in particolare in rapporto ad atteggiamenti possessivi e manifestazioni di gelosia). L’approccio poliamoroso tipicamente rifiuta il modello tradizionale di relazione intesa come unione esclusiva destinata a durare per tutta la vita, e non assume necessariamente la durata della relazione come un indicatore della qualità della stessa; ciononostante, non di rado le unioni poliamorose contemplano la convivenza e hanno lunga durata.

DATI E TERMINI DA WIKI E WEB
Nel bdsm, vedo spesso parlare di “disciplina inglese” come una cosa al tempo a sé stante, beh, per esperienza diretta, la disciplina inglese, veniva ed è contemplata all’interno del rapporto DS, non come cosa a se. Questo perché, la disciplina anglosassone, è la guida di un “dominante” nei confronti di un “sottomesso” consensuale, è un rapporto di fiducia reciproco, dove, più che gli atti fisici che portano al piacere (sadomasochismo), gli atti fisici all’interno di un rapporto ds disciplinare, vertono sull’essere un mezzo di correzione e insegnamento (proprio ricordando il concetto dei college anglosassoni, dove atti fisici erano normalmente legati al concetto di disciplina, esulando dal rapporto sessuale).
Il termine anglosassone per definire il rapporto D/s è Power Exchange, che è generalmente tradotto in italiano con “Scambio di potere”, riferendosi, normalmente, alla cessione del potere da parte del sottomesso e all’assunzione di questo potere da parte del dominante. Power significa anche forza, energia. Scambio di potere significa anche scambio di energia, emotiva, sensuale e psichica.

Disciplina.
Significa educare qualcuno a sottostare a regole specifiche dettate da qualcun altro, tramite punizioni per i comportamenti sbagliati ed eventualmente premi per quelli corretti.
La disciplina è una pratica a metà fra D/s e S/m, perché attraverso le punizioni spesso si unisce un lato sadomasochistico a quello di dominazione e sottomissione. Infatti, in un rapporto D/s, “se lo slave sbaglia, è necessario punirlo per correggerlo e così dargli modo di migliorarsi, almeno agli occhi del Master”.


Con il termine D/s si delimita più l'aspetto emotivo, affettivo e cerebrale all'interno del bdsm e tutte le pratiche sessuali che esulano dal puro e semplice contatto sessuale (che può esserci come no) e da pratiche più cruente racchiuse nel s/m, una relazione bdsm c’è un incontro reciproco di desideri, di fantasie, di volontà. In genere la sub sa perfettamente cosa vuole. L'eccitazione viene dal controllo e dall'autorità che il "Dom" detiene sul sub. Entrambi sono in ogni caso consapevoli e consenzienti nell'accordare questo potere alla parte Top o attiva, tutto si basa sulla fiducia reciprocamente riconosciuta. Come in altre attività legate al BDSM, questa condizione può essere limitata a uno o più incontri o può essere uno stile di vita.

La disciplina si fonda su un sistema di regole fisse poste dal Dom al sub, che s’impegna a rispettarle. Quando ne infrange una, il Dom lo punisce, in modo da, a lungo termine, modificarne il comportamento nella direzione desiderata. È la stessa cosa che si fa con i bambini, semplicemente qui la persona da “educare” è un adulto consenziente. Le regole sono scelte dal Dom per il benessere del sub e del suo rapporto con se stesso e con gli altri, in particolare del Dom stesso. Questo vale principalmente per i rapporti fissi e duraturi, ma non è raro trovare uno slave istruito da un Master che non è il suo su commissione.
Nel BDSM la disciplina non è usata solo in questo senso, bensì anche come pretesto durante un gioco erotico.
In cosa consiste una punizione?
In inglese è Corporal Punishment e abbreviato con sigla C.P.
Le punizioni possono essere di due tipi: fisiche o psicologiche.
Quelle psicologiche consistono, ad esempio, nel rendere pubblico l’errore del sub, nel mostrarlo o raccontarlo ad altri, cosa che non ha assolutamente un riscontro fisico sul sub.
Quelle fisiche, invece, possono essere di due tipi: dolorose o umilianti.
In una situazione BDSM le punizioni corporali che implicano dolore possono essere molto varie, dalla semplice sculacciata a una più raffinata serie di frustate o bastonate alle palme dei piedi.
L’umiliazione fisica, invece, può consistere nel far leccare i piedi o subire un clistere, magari con un limite di tempo prima di poter andare in bagno, per aumentare la pressione psicologica della punizione, La perdita di libertà, ad esempio legando o imprigionando il sub per un certo periodo, o di privilegi, come il negare l’orgasmo per diverso tempo.


noto spesso parlar di BDSM in termini assoluti, quando credo sia chiaro per tutti che effettivamente a parte pochi punti ESSENZIALI siano rapporti ognuno a se stante con peculiarità e differenze a volte anche molto evidenti...certo, è BDSM quindi (teoricamente) comprende BD (bondage,disciplica) DS (dominazione, sottomissione) SM (sadismo, masochismo) e fin qui credo non vi siano dubbi, altrimenti son rapporti o relazioni mirate solo ad una cosa, e non rientrano nel complessivo del BDSM.
appurato questo (credo) ogni coppia (fissa, saltuaria, occasionale) all'interno pone limiti e non solo, ogni menbro della coppia, nel suo ruolo, ha limiti fisici o psicologici certo, ma sopratutto di esperienza o pratica e conoscenza, il che credo sia sostanziale, quindi, credo che come ogni Master possa dire e decidere cosa fa, cosa vuole e cosa SA fare o vorrebbe approfondire (e non credo vi siano Master degni di tal nome che siano "esperti" in tutto) allo stesso modo, nelle sue possibilità, una schiava, o sub o quant'altro, ha il diritto/dovere di dire i propri limiti, debolezze, inesperienze e veti assoluti, ad una cosa piuttosto che un altra, senza venir additata come "non" sottomessa. Come pure, anche all'interno delle varie pratiche piu o meno forti, rischiose o altro, NON è detto che chi le pratica lo faccia in modo estremo.
Visto che si dice sempre di fare attenzione, di non lasdciarsi andare al primo venuto, di non concedere troppo finche non si ha completa Fiducia in una persona, come effettivamente le "teoricamente"uniche scelte della slave secondo l'ottica piu "dura e pura" di questo ambiente, sono la scelta di donarsi, o di rifiutarsi ad un Padrone, prima e durante un rapporto, di qualsiasi natura sia, trovo un po eccessivo parlare con, se non fai nin sei....se non accetti nonn sei abbastanza...ecc essere Master non equivale ad essere infallibili, ed essere slave non equivale ad essere una bambola ginfiabile o uno zerbino, in ogni ruplo vi è dignità ed impegno, ed è giusto venga rispettato...
schiava
Che significa essere schiava?
“E’ uno stile di vita che però non va assolutamente confuso con l’essere “debole”, anzi, tante volte è proprio l’esatto contrario, per donarsi serve forza di volontà, convinzione, amore, resistenza al dolore soprattutto psicologico, accettazione della volontà altrui al di sopra della nostra, è proprio questo contrasto che eccita e intriga, il perdere il controllo, il non decidere, ma lasciarlo fare a qualcun altro , lasciare che coinvolga mentalmente, che è la prima cosa, e poi fisicamente. Qui ovviamente entra il gioco il concetto del dolore, anche per chi non è masochista come dono alla persona cui ci si è affidate. “Il bdsm è principalmente una questione di feeling mentale e non è facile trovare qualcuno che si “incastri” perfettamente con te, qualcuno a cui dare cosi tanta fiducia da dargli tutta te stessa, metterti in gioco, da fargli anche dono del tuo dolore, qualcuno che non solo giochi concretamente con te ma qualcuno che si prenda cura di te. Il bdsm è un percorso da fare in due
donarsi come slave, è un percorso impegnativo, fatto di controllo(accettare che un altra persona abbia il controllo su tutti i frangenti della tua vita non è semplice), sottomissione(sottomettersi al desiderio, voglia o capriccio di un altro), accettazione di avere qualcun altro che decide per te e di te, significa rinunciare al libero arbitrio per soddisfare un altra persona, cui dai il potere decisionale più o meno assoluto in base al livello del rapporto
spesso dopo i primi tempi (come nei rapporti più classici dopo la fase di conoscenza ed innamoramento) molte rinunciano a questo percorso, non trovando consono per se stesse rinunciare (anche se con intelligenza ed a una persona responsabile) a quella libertà e raggiungimento di diritti per cui molte donne in passato si sono battute.la cessione di potere e di una parte di responsabilità fa sentire la slave più “libera” di essere se stessa, sapere che un altra persona si prenderà cura di lei la rende sicura perché sai che il tuo padrone farà il meglio per te, per guidarti ed aiutarti con coscienza e lealtà.
Essere schiava non è la scelta di un ruolo, ma è il bisogno di appartenere… appartenere non a una persona qualsiasi ma a una Guida sicura, costante, ad un uomo da chiamare Padrone, l’unico uomo del quale fidarsi totalmente, incondizionatamente, ciecamente… l’unico uomo al quale spontaneamente si sceglie di donare anima e corpo nel senso più pieno del termine.
essere slave è soprattutto scelta di un modo di vivere, con tutte le sue componenti psicologiche e di vita, è scelta consapevole di non avere altra scelta che i desideri altrui, è decisione consenziente di cedere il potere decisionale ad un altra persona, di cui si ha totale fiducia, essere slave comporta saper resistere alle difficoltà che (oltre le normali vicissitudini di vita o di coppia) un Padrone può mettere nel nostro cammino per sfida, per desiderio, per capriccio.
Ho scelto di essere schiava, e di conseguenza di non poter più scegliere per me, e questo mi fa sentire al sicuro dal mondo intero, perché adesso avverto la presenza di una Guida costante, di qualcuno che in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione riesce a farmi sentire sicura di poter superare ogni cosa, fino ad avvertire una forza interiore che non solo mi fa superare quel limite, ma mi fa andare ancora oltre….per me essere schiava è quanto di più bello ed appagante ci sia, ma conscia delle difficoltà intrinseche in questa scelta di vita e in questo modo di amare.



il rapporto D/s


(declino Dom come maschile e sub come femminile per semplificare l'esposizione ma credo valga in entrambi i sensi)



il D/s è una parte fondamentale del BDSM, con il termine D/s si delimita più l'aspetto emotivo, affettivo e cerebrale all'interno del bdsm e tutte le pratiche sessuali che esulano dal puro e semplice contatto sessuale(che può esserci come no) e da pratiche più cruente racchiuse nel s/m, una relazione bdsm c’è un incontro reciproco di desideri, di fantasie, di volontà. In genere la sub sa perfettamente cosa vuole, e lo vuole fortissimamente. L'eccitazione viene dal controllo e dall'autorità che il "dom" detiene sul sub. Entrambi sono in ogni caso consapevoli e consenzienti nell'accordare questo potere alla parte Top o attiva, tutto si basa sulla fiducia reciprocamente riconosciuta. Come in altre attività legate al BDSM, questa condizione può essere limitata ad uno o piu incontri o può essere uno stile di vita. Spesso tutto coinvolge anche vari comportamenti definiti fetish. La pratica dei giochi di dominazione sottomissione costituisce una pratica mentale estremamente coinvolgente e in genere il ruolo è fortemente dettato dalle proprie sensazioni intime. La simbologia adottata consiste nell'uso del collare che viene donato dal Dom alla sub, nel caso di rapporto BDSM con una certa stabilità tra due o più persone, è la sub a fare richiesta palese o sottintesa di essere accettato nel proprio ruolo ed al Dom spetta accettare o meno il sub. spesso un rapporto D/s comprende anche pratiche piu sadomaso fisiche, in questi casi è basilare che il Master sia coscente delle responsabilità che si assume, e della slave saper comprendere ed supportare il master nel controllare e nel caso avvertire di problemi che possono sopraggiungere. fondamenta di un rapporto D/s è la fiducia, ogni relazione D/s è unica, spesso chi si sottomette, sceglie questo percorso perche ha bisogno e necessità di sentirsi guidato e sicuro nella mani di colui cui si dona. in una relazione D/s entrambi i membri hanno il dovere dell’attenzione e dell’ascolto reciproco, ed entrambi devono essere disposti a “scoprirsi”. Ci vuole confidenza in se stessi e confidenza nell’altro per saperlo e poterlo fare. nel rapporto D/s la sfera sessuale appaga nel dom per cio che prendono da chi si sottomette e le sub si appagano donando se stesse, questo può essere un modo per amplificare il piacere, uno dei piaceri della sub viene dalla deresponsabilizzazione, Avere qualcuno che ti dice cosa fare con la certezza di essere sempre nel giusto facendolo, Essere “costrette” a servire sessualmente può essere un modo per liberare la propria libido, ma il pieno soddisfacimento è accompagnato, spesso preceduto e seguito, da un “orgasmo emotivo” scatenato dal desiderio del partner e dalla consapevolezza di averlo soddisfatto. Il termine anglosassone per definire il rapporto D/s è Power Exchange, che viene generalmente tradotto in italiano con “Scambio di potere”, riferendosi, normalmente, alla cessione del potere da parte del sottomesso ed all’assunzione di questo potere da parte del dominante. Power significa anche forza, energia . Scambio di potere significa anche scambio di energia, emotiva, sensuale e psichica. Nel D/s si finisce inevitabilmente per “mettersi a nudo”, non solo fisicamente: il tuo padrone o la tua schiava finiscono per vedere, capire, conoscere di te cose di cui tu stesso non sospettavi l’esistenza, e che mai ti sogneresti di rivelare a nessun altro. Un coinvolgimento così profondo crea, inevitabilmente, un legame altrettanto profondo.
Il rapporto DD/lg


Nel variegato panorama bdsm, nel rapporto D/s c’è l’eccezione DD/lg DD/lg significa semplicemente Padrone/padre e sottomessa/o /bimba/o declinerò la spiegazione il Daddy/uomo Baby/donna per semplificare , ma in modo minore esiste anche mamy/baby è un rapporto D/s differente ma sempre con la presenza di un dominante e una sottomessa, e non un rapporto paritario. la base di questo rapporto, a differenza del D/s classico, è l’attenzione alla cura e al piacere del/la sottomesso/a e non del dominante in questo rapporto è importante ricordare che comunque i soggetti sono maggiorenni, adulti e consenzienti,il rapportarlo ai bimbi è solo nel atteggiamento e vivono il rapporto come più “familiare”, anche se spesso le baby sono abbastanza più giovani del dominante. Un Daddy Dom fa rispettare le regole che aiutano a mantenere la sua ragazza al sicuro e ad aiutarla a raggiungere gli obiettivi prefissati, mentre un Master ha un atteggiamento dominante e autoritario , spesso condito da rapporto anche S/m nello specifico un Daddy(che può essere ravvisato anche come rapporto zio ecc) ha il ruolo dominante tipico del rapporto più classico D/s ma più protettivo, coccoloso che dominante sadico spesso in questi rapporti il sadomaso non è contemplato, il daddy cura, protegge guida, insegna, coccola e vezzeggia la sub, le punizioni sono istruttive come quando si ha a che fare con i bambini, il rapporto sessuale non sempre è compreso anche se c’è spesso. Un papà Dom " domina " la sua little girl in molti modi non sessuali . Egli fornisce le regole per aiutarla a sviluppare le sue abilità di vita e gestire se stessa , fornendo un istruzione ferma anche la punizione difficilmente è sessuale, anzi, spesso preferibile che non lo sia in questo tipo di rapporto, il Daddy è la guida della sub insegna, protegge e ha sempre in mente come prima cosa il benessere della girl, e non il proprio volere e desideri la Littlegirl non prende piacere da pratiche masochiste, o dagli ordini e dalla servitù, ma dalla cura e le attenzioni che le vengono date dal Daddy Una babygirl è un qualsiasi sottomessa che preferisce un partner dominante più dolce, un papà Dom . Esse possono o non possono avere tendenze infantili , ma la maggior parte almeno avere alcuni comportamenti nella loro personalità che possono sembrare infantili . Come tutti i sub , un babygirl si sente più felice e più al sicuro quando i confini sono posti da parte del partner dominante , ma richiedono più dolcezza della sub tipica . Un Babygirl ha bisogno del suo partner dominante per fornire un ambiente sicuro, certa di essere libera di giocare , piuttosto che sentire il bisogno di servire tutto il tempo. la sub nel suddetto rapporto ha atteggiamenti da baby pur se adulta, tra cui capricci, ricerca di attenzioni, affettuosità spesso esaltate, ricercano e adorano i regali, spesso feticci che ricordano il mondo infantile (pupazzi giocattoli, abbigliamenti infantili tipo pigiamini, pantofole sagomate ecc). la baby spesso si rapporta con il Daddy con toni tipici dell’infanzia, ma sempre si deve ricordare che il tutto fa parte di o un gioco di ruolo a tempo, o comunque di predilezioni in atteggiamenti e modus operandi tra adulti e nulla ha a che fare con fantasie di pedofilia, anche se spesso ne rimandano un immagine simile ma mai assimilabile, infatti spesso le sub preferiscono il termine ragazza e non baby proprio per non confondere il tipo di rapporto con idee di abusi o pedofilia che è illegale e non accettata anche in questo vasto mondo bdsm.
cenni storici sul bdsm
Cenni storici sul bdsm

Specificare individualmente quando ogni pratica iniziò è un compito difficile e quasi impossibile a causa della diversità delle pratiche contenute sotto l'acronimo BDSM, perché ognuna ha origini così diverse che la classificazione della loro origine porterebbero a un lungo viaggio a ritroso nell'antichità. Socialmente si può citare l'anno 1918 come una pietra miliare della nascita di quello che oggi chiamiamo il BDSM. Fù quando sorse "London Life", la prima rivista di settore con una tendenza feticista di cui si ha notizia, e sulle sue pagine cominciarono ad essere veicolati i primi annunci di incontri e feste private. Nel 1946 fù stampata la rivista "Bizarre (http://www.bizarremag.com/),il
cui contenuto era dedicato a Bondage, Dominazione e Feticismo. La sua diffusione fù principalmente in locali e ambienti sadomasochisti. Un esplosione accadde realmente dopo la seconda guerra mondiale, con il ritorno dei soldati cominciarono ad apparire i gruppi di motociclisti con chiare tendenze omosessuali, con la pelle come bandiera e l'S/M come pratica sociale. Questi gruppi iniziarono ad avere una forte influenza estetica su capi di abbigliamento, il cuoio diventò parte integrante del loro abbigliamento, e divenne un simbolo del movimento. A New York nel 1951 fù fondato il primo noto locale specificamente S/M, chiamato Shaw's. Questo entusiasmo si riflesse anche in Europa, dove le associazioni ed i localiS/M cominciarono ad apparire in un primo momento tra i gruppi di omosessuali. Gruppi come "Berlin" nel 1964 in Germania, "Sixty-Nine Club" nel 1966 in Inghilterra, "VSSM" nel 1970 in Olanda, "Boys Cuir France" in Francia nel 1973, "MSC" nel 1974 in Belgio. Nel novembre del 1969 nella città di Colonia in Germania, si tenne il primo festival pubblico che riunì oltre un centinaio di persone. Ciò diede l'impulso e da quel momento la ruota iniziò a girare.Le grandi società di S/M dell'epoca cominciarono a muovere i primi passi. Negli Stati Uniti nel 1971 la "Eulenspiegel Society, in Europa nel 1975, in particolare in Inghilterra, la" European Confederation of Motorcycle Club (ECMC), nel 1976 venne fondata da Cynthia Slater e Larry Olsen la "Society of Janus", nel 1978 Pat Califia e Gayle Rubin fondarono il "Samois", un gruppo formato da donne lesbiche basato sul romanzo Histoire d'O, che aprì le porte alle donne.In Europa cominciarono a svilupparsi i gruppi eterosessuali e furono anche accettati gli Switcher (persone che si divertonoin entrambe le situazioni), creando così nuovi spazi di incontro, più ancora legati alle associazioni pansessuali.E Nel 1986 si formò il gruppo di S/M austriaco "Libertine Wien", nel 1987 il "Flagellantenclub Forum 88", che crebbe sino a contare circa 400 soci nel 1995. Le feste S/M "Les Fleurs du Mal", tenutesi presso il pub "Molotow" ad Amburgo si svolsero con grande successo nel 1990. Queste feste si tennero mensilmente per circa nove anni, fù fondato nel 1987 il primo gruppo di comunità rigorosamente eterosessuali nel seno della comunità S/M, il tedesco S/M-Sündikat Amburgo, che ben presto sviluppò un'intensa attività sociale, editoriale e divulgativa. (Schlagworte Ressourcenliste Version 0006ª, marzo 2000). Essi furono i realizzatori della prima grande festa S/M europea, nella galleria "Abriss" ad Amburgo, che contò più di 700 persone. Si stima nello stesso anno l'esistenza di circa 200 gruppi S/M gruppi Stati Uniti e 180 in Europa, specialmente in Germania, con 53 gruppi. Altri continenti non sono stati considerati perché non esistono dati confermati. Fù realmente dagli anni '90 che si intensificò lo sviluppo di case, club, associazioni e letteratura destinata al genere. Originalmente B/D (Bondage e Disciplina), D/s (Dominazione e sottomissione) integrarono il sadomasochismo (S/M, S & M e SM). Molte persone coinvolte in questa suddivisione non vollero essere associate a pratiche considerate più violente o viste come abusive. Molta discussione seguì tra i gruppi coinvolti e si convenne un acronimo più corretto: BDSM (Bondage e Disciplina, Dominazione / sottomissione e sado-masochismo).Nell'Aprile del 1991 la Carta alt.sex creò un gruppo di discussione Internet chiamato alt.sex, per far sì che l'acronimo BDSM fosse riconosciuto, ma si deve prima capire tutta questa terminologia. Era popolare all'epoca il newsgroup, che è un gruppo di discussione classificato che circolava in una rete chiamata USENET(Users’ Networks, o gli utenti della rete). La maggior parte delle categorie popolari erano "alt", "comp" e "REC". Così per semplificare, ci sono state categorie alt.music, alt.games, alt.movies e ovviamente alt.sex. Questa è stata la forza trainante che ha reso la comunicazione più ampia ed ha permesso una discussione più ampia sul BDSM.
Fuoco Fatuo


Fonte principale: Algolagnia.blogspot.com
significato di alcuni termini:

bdsm:
Bondage (parola inglese per costrizione “schiavitù”)/ disciplina- dominazione/sottomissione- sadismo/masochismo.

Fetish:
parola presa dall’etnologia , riferita all’adorazione di piccoli oggetti per lo più antropomorfi o zoomorfi delle antiche civiltà tribali, riportato alla sfera sessuale come “adorazione” di una parte del corpo che da stimoli sessuali, o di una pratica o di un oggetto che riporti alla sessualità.

Padrone/a, master/mistress, dominante, top:
termine riferito alla parte attiva nella relazione bdsm, colui/colei che prende le decisioni. Top viene usato per definire anche la persona sadica all’interno di una sessione (periodo di pratica fisica) sadomasochista (s/m).

Slave o schiava/o, sub (sottomesso/a) e bottom:
Son ruoli riferiti alla parte passiva, bottom (letteralmente colui/lei che sta sotto) viene usato anche per definire la persona masochista all’interno di una sessione (periodo di pratica fisica) sadomasochista (s/m).

Switch:
persone che, sia all’interno di una relazione, che in relazioni differenti, può rivestire sia il ruolo dominante sia quello sottomesso.

Sadico:
persona attiva all’interno di dinamiche sadomasochiste, persona che agisce, all’interno di pratiche umiliative o che infliggono dolore traendone piacere (sempre consensuale, un sadico si rapporta con una masochista)

Masochista:
figura passiva all’interno di dinamiche sadomasochiste, colui/colei che subiscono le pratiche.
All’interno di dinamiche bdsm può accadere che il sadico sia la persona sottomessa, o che il masochista sia colui che nel rapporto domina la relazione.

Kink:
termine inglese che descrive una gamma di pratiche sessuali non convenzionali.

Ssc:
“safe-sane-consensual” (acronimo coniato da David Stein negli anni ’80 per cercar di dare una valenza sana ai kink e a tutti gli aspetti dell’allora sm, poi portato al bdsm) “sicuro”(inteso come mettere la massima attenzione in rischi/sicurezza delle varie pratiche per evitare danni fisici o psicologici) “sano/sensato” (inteso come non solo sanità mentale, il bdsm deve essere praticato da adulti sani psicologicamente ed equilibrati, ma soprattutto con senso logico, un kink è un gusto sessuale, una dinamica relazionale non devono inficiare né la salute fisica né psicologica), “consensuale”(ogni partecipante alla relazione o al “gioco” deve essere consenziente in ogni momento della pratica.
Safe-word:
parola d’emergenza. S’intende una parola concordata tra i membri di una sessione, che se pronunciata blocca immediatamente la scena, cosi chi si sottomette può aver il controllo in caso di qualunque tipo di difficoltà. Spesso oltre che la parola, nella sessualità non convenzionale, viene concordato anche un gesto di sicurezza, proprio per evitare che ci possano essere incidenti.

13/03/15

classico kinky-aperitivo in versione Padovana un modo easy per conoscersi, divertirsi, trascorrere tempo assieme. No dress code Il munch non è a scopo di lucro, chi consuma paga quello che consuma, nessun costo fisso e nessun obbligo di consumazione per info o difficoltà all'arrivo in prato potrete contattarmi al :3665238969 ( Maela) via sms o telefonando Il munch nasce come incontro informale tra chi pratica bdsm o kink, diffusosi inizialmente in California negli anni '80, è approdato in quasi tutta europa e ormai in molte città italiane, da ora anche a Padova, scopo principale è socializzare e scambiare esperienze nell'ambiente, ed anche aiutare chi si avvicina al BDSM, e a qualunque sessualita non convenzionale, a conoscere altre persone ed essere meglio informati. In questo contesto gli organizzatori escludono momenti di gioco anche soft, lo scopo è conoscersi, confrontarsi, unirsi. Nel Munch convivono le due anime, non necessariamente contrapposte, che vedono riunirsi in un sol luogo persone nuove che vogliono entrare in un ambiente di cui vedono solo la soglia e veterani ormai pienamente dentro gli ingranaggi della comunità. Questa commistione, come in qualsiasi comunità, è fondamentale e funziona pressoché allo stesso modo: siamo pervertiti ma siamo sempre umani. I nuovi hanno bisogno degli habitué per avere consigli e sopratutto contatti che altrimenti, passando da internet, non avrebbero, mentre i veterani vogliono nuove conoscenze per esplorare giochi nuovi o giochi vecchi con persone nuove. Quest’apertura verso i nuovi è il punto veramente peculiare che incarna la natura con cui i Munch divennero popolari in America. Non tutti gli eventi di questo tipo in Italia sono aperti, alcuni sono occasioni di incontro per soli veterani, ma la maggior parte si proietta timidamente all’esterno per fare da punto di accesso (ma anche da filtro) alle persone interessate e dovrebbero essere il punto di partenza a cui guardare.