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05/03/16

RAPPORTI A PIU DI DUE

spesso si parla in ambito bdsm, al fatto di poter avere o no piu sub, intanto vorrei sottolineare che vi sono molti sistemi relazionali per cui questo possa avvenire:
( ovviamente tutto questo è un mio pensiero personale)
1- il classico "sorelline/fratellini" che teoricamente dovrebbe sottintendere due o piu slave (solitamente due) a pari livello di importanza (difficilmente realizzabile se il rapporto è anche affettivo se non sono concordi e condividono anche tra di loro affetto).(poliginia o poliandria)
2- due o piu sub di cui uno/a possa essere il proncipale e gli/le altri/e occasionali.
3- due o piu sub con cui si ha una relazione anche poliamorosa, per cui tutti i membri liberi di avere relazioni con altre persone, cose difficile quando non si è switch, per il semplice spiccato senso di possesso di dominanti, uomini o donne che siano.
spesso chi riveste il ruolo di sub, comunque mette come limite la monogamia, cosa di base un po oltre gli schemi, perche cede il potere decisionale.

di seguito le definizioni letterali linguistiche:
monogamia Unione matrimoniale di un solo uomo con una sola donna (in contrapposizione a bigamia, poligamia).
In antropologia, per m. s’intende un’unione ufficialmente o socialmente riconosciuta, anche nel caso vi siano più donne (amanti, concubine ecc.) non riconosciute come mogli.

poligamia : poliginia e poliandria
antropologia

Forma di matrimonio per la quale un uomo o una donna possono avere più consorti contemporaneamente. La p. ha due aspetti: la poliginia forma matrimoniale che prevede l’unione di un uomo con più donne. Presente in numerose culture, la poliginia sembra essere correlata a sistemi sociopolitici nei quali il controllo delle risorse umane è basilare per la gestione di potere e ricchezza. La possibilità di avere più mogli, riservata spesso a persone mature (o addirittura ai soli capi, come, per es., in molte società amazzoniche o della Nuova Guinea), è considerata un sistema per controllare sia i meccanismi riproduttivi, sia quelli produttivi. Infatti, in questo modo, i giovani hanno difficoltà ad accedere a mogli della loro età e vengono quindi a dipendere, per il conseguimento di un’autonomia sessuale e sociale, dagli anziani. La poliginia, che viene definita sororale se le mogli sono tra loro sorelle, mette un uomo in condizione di disporre delle forze lavorative di più donne e di più figli, consentendogli così un accumulo di prodotti agricoli e di ricchezze, estremamente importante dal punto di vista economico e politico. Inoltre la poliginia rende possibile, attraverso i legami parentali, il controllo di una serie molto ampia di relazioni, e questo permette l’uso strategico di reti di potere più vaste di quelle a disposizione di individui non poliginici. La presenza all’interno di una stessa unità domestica di diversi focolari per le diverse mogli di un uomo (come, per es., in tutta l’Africa orientale) incide infine sui processi di fissione del linguaggio e di trasmissione della proprietà, determinando un miglior funzionamento dei sistemi basati sui gruppi di discendenza.

Il secondo aspetto della p. è la poliandria ossia la relazione matrimoniale tra una donna e più di un uomo. Essa rappresenta un fenomeno molto raro, soprattutto se confrontato con l’assai più frequente e opposta poliginia. Spesso la poliandria è caratterizzata dal fatto che i mariti sono tutti fratelli. Tale tipo di poliandria, detto poliandria fraterna o adelfica, è di uso comune e legittimo fra i Tibetani, in taluni distretti dell’Hi¬malaya, fra i Toda dell’India meridionale, ed esistette a Ceylon (Sri Lanka) fino alla proibizione britannica (1860). Nella poliandria fraterna gli eventuali figli della donna, la quale è generalmente di elevato grado sociale, sono tutti attribuiti al fratello maggiore; gli altri fratelli sono sempre soltanto zii per i figli. La poliandria è stata spesso interpretata alla luce di una connessione tra organizzazione economica, condizioni ambientali e pressione demografica; in area himalayana, per es, la poliandria è accompagnata alla scarsità di terre disponibili e a uno squilibrio demografico a sfavore delle donne.

Per poliamore si intende la pratica, o la possibilità, di intrattenere più relazioni intime contemporaneamente, con la consapevolezza e il consenso di tutte le persone coinvolte.

Al poliamorismo ci si riferisce spesso anche con le espressioni nonmonogamia consensuale, nonmonogamia etica, nonmonogamia responsabile. Sotto il termine poliamore possono ricadere svariate forme di relazione aperta; un’esigenza fondamentale dell’orientamento espresso dal concetto di poliamore è comunque quella etica, intesa come impegno alla trasparenza e all’onestà.

La concezione poliamorosa delle relazioni rifiuta l’assunto che l’esclusività sessuale e/o relazionale sia condizione indispensabile per relazioni affettive profonde, impegnate e a lungo termine.

Il sesso non riveste necessariamente un ruolo centrale nella concezione poliamorosa delle relazioni, ma è piuttosto considerato, tipicamente, come uno dei diversi aspetti che possono costituire un terreno comune in una relazione.

La cifra caratteristica delle relazioni poliamorose è definita soprattutto dal consenso di tutti i partner coinvolti. Ciò implica l’esigenza di una comunicazione aperta e onesta e il rispetto dei sentimenti e dei bisogni di ognuno, in aperto contrasto rispetto a forme di relazione nonmonogamiche ampiamente diffuse, quali quelle che ricadono sotto l’espressione ‘relazioni clandestine’.
Le forme che le relazioni poliamorose assumono nella realtà concreta sono molto varie, a seconda delle preferenze e dei bisogni delle persone coinvolte. I valori fondanti del poliamore comportano spesso un approccio flessibile alle relazioni, oltre a richiedere una serie di abilità in termini di comunicazione, di negoziazione di regole e limiti, di gestione dell’emotività (in particolare in rapporto ad atteggiamenti possessivi e manifestazioni di gelosia). L’approccio poliamoroso tipicamente rifiuta il modello tradizionale di relazione intesa come unione esclusiva destinata a durare per tutta la vita, e non assume necessariamente la durata della relazione come un indicatore della qualità della stessa; ciononostante, non di rado le unioni poliamorose contemplano la convivenza e hanno lunga durata.

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